La ricchezza delle nazioni by Adam Smith

La ricchezza delle nazioni by Adam Smith

autore:Adam Smith
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


Il caso in cui ci si domanda talvolta in che misura o in che modo sia opportuno ritornare alla libera importazione di merci estere dopo che è stata interrotta per qualche tempo, si ha quando manifatture particolari si sono sviluppate al punto d’impiegare una grande quantità di lavoro mediante elevati dazi o proibizioni su tutte le merci estere che possono entrare in concorrenza con esse. In questo caso l’umanità può volere che la libertà di commercio si ripristini solo per lenti gradi e con molta circospezione e riserva. Se quegli alti dazi e proibizioni fossero aboliti di colpo, merci estere meno care dello stesso tipo potrebbero riversarsi sul mercato interno così rapidamente da privare d’un tratto molte migliaia di nostri connazionali del loro ordinario impiego e dei mezzi di sussistenza. Il disordine che questo provocherebbe potrebbe indubbiamente essere assai considerevole. Con tutta probabilità sarebbe comunque molto minore di quanto comunemente s’immagina, per le due ragioni seguenti:

a) nessuna manifattura ora esportata ne avrebbe danno;

Primo, tutte le manifatture di cui una parte viene comunemente esportata in altri paesi europei senza premio potrebbero essere danneggiate assai poco dalla più libera importazione di merci estere. Queste manifatture si venderanno all’estero altrettanto a buon mercato di qualsiasi altra merce estera della stessa qualità e genere, e di conseguenza si venderanno più a buon mercato all’interno. Esse terrebbero quindi il mercato interno, e sebbene qualche capricciosa persona alla moda possa talvolta preferire merci estere solo perché estere a merci dello stesso genere migliori e più a buon mercato prodotte all’interno, per la natura stessa delle cose questa follia potrebbe estendersi a così pochi da non poter influenzare sensibilmente l’occupazione generale della popolazione. Ma gran parte di tutti i diversi rami della nostra manifattura della lana, del nostro cuoio conciato e della nostra ferramenta è esportata annualmente in altri paesi europei senza nessun premio e queste sono le manifatture che impiegano il massimo numero di braccia. La seta è forse la manifattura che sarebbe maggiormente danneggiata da questa libertà commerciale, e dopo di essa le telerie, sebbene queste molto meno della prima.

b) la gente dimessa da un impiego ne troverebbe facilmente un altro,

specialmente se fossero aboliti i privilegi delle corporazioni e la legge relativa alla residenza.



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